Canada
Data di partenza:
1957/04
Luogo di origine:
OVARO
Luogo di destinazione:
British Columbia
Mestiere:
Apprendista nel pastificio "Gattolin" in piazza San Giacomo
Viaggio:
Nave, Queen Frederica
Petronio Olivieri, appassionato di volo e imprenditore nel settore della pasta a Vancouver. E’ nato ad Ovaro nel 1929 da madre di Palmanova e padre viterbese. Trasferitosi a Udine, fin da giovanissimo ha iniziato a lavorare al pastificio Gattolin come garzone, ma il suo desiderio era quello di diventare pilota di linea perché vedeva questa professione come quella del futuro. Nel 1957 ha deciso di emigrare in Canada, perché aveva sentito dire che lì l’aereo era un mezzo di trasporto comune, date le grandi distanze. Una volta arrivato ha scoperto che il suo brevetto italiano non era valido. Ha iniziato quindi a lavorare in un albergo e ben presto, quasi per caso, a produrre tortellini e ravioli: prima per gli amici, poi per i ristoranti. La ristorazione era l’altra grande passione e il successo della sua pasta fresca gli ha permesso di aprire prima l’ “Olivieri ravioli store” in centro città e poi una fabbrica con molti operai. Ha iniziato dal nulla, ma la voglia di fare, il continuo investimento di buona parte dei soldi guadagnati, il ricordo della madre che gli diceva “per avere successo bisogna darsi al commercio, anche vendere scope” e una buona strategia pubblicitaria, hanno fatto sì che nel giro di alcuni anni il suo nome fosse conosciuto ai canadesi e lui si trovasse a capo di un impero. Vendeva infatti in Canada e Stati Uniti da costa a costa e, al momento della vendita dell’impresa negli anni Novanta, aveva 75 operai e 33 milioni di fatturato. Ha potuto permettersi di acquisire il brevetto di volo e soddisfare l’altra sua grande passione, volando in tutto il mondo per hobby. Ora è in pensione: ha un figlio, fa beneficenza, è attivo nella Famèe Furlane, vola, torna ogni anno in Italia “come le anatre selvatiche che hanno sempre bisogno di tornare dove sono nate”. Afferma che quando è partito, come molti altri emigranti, in valigia aveva poche cose materiali, ma tanti valori: onestà, voglia di lavorare, rispetto per le Istituzioni e la Chiesa.